Peter Böhnisch, una mostra a Casa Di Marino
La Galleria Umberto Di Marino annuncia la prima mostra personale di Peter Böhnisch, che inaugura Sabato 10 dicembre presso Casa Di Marino, in Via Monte di Dio, 9.
Proseguendo l’attuale ricerca della galleria attorno all’umanità, nelle sue rappresentazioni effimere, virtuali, spirituali e autorappresentative, la mostra si sviluppa attraverso una serie di opere, la maggior parte delle quali inedite e realizzate appositamente per l’occasione, che esplorano le possibilità di una pittura oltre le tecniche convenzionali.
La pittura intesa come principale forma di rappresentazione e autorappresentazione umana, decostruita nelle sue pretese autoveritative universali, personalizzata, soggettivata attraverso un giocoso processo di apprendimento e ri-apprendimento di tempi, emozioni e tecniche, diventa una intima espressione della propria vita.
Seguendo il filo conduttore della propria ricerca, l’artista tedesco presenta un ciclo di lavori con cui esplora le possibilità, le rigidità e le elasticità dell’immaginario pittorico, giocando con i materiali, le convinzioni e la presunta essenza universale.
Il processo creativo conserva l’origine del gesto pittorico nella sua semplicità assimilandola alla ricerca dell’essenza stessa dell’umanità attraverso la rappresentazione di volti e di realtà mistico-spirituali, scavati nella sabbia – tra rilievi e sprofondamenti – che diventano controparte di relazione.
<<Nella mia ricerca artistica, mi concentro sull’essenza dell’essere umano.
Nel 2013 ho trascorso alcuni mesi a Giverny nell’ambito di una borsa di studio assegnata dalla Fondazione Claude Monet. Nella splendida cornice del giardino di Monet, ho avuto la possibilità di sviluppare ulteriormente il mio lavoro, cercando nuove strade nella mia pittura che mi permettessero di lavorare in modo ancora più spensierato. Il processo di apprendimento è una parte essenziale del mio lavoro, poiché l’apprendimento, in un certo senso, è per me un’espressione diretta della vita, e l’arte a sua volta non è altro che la vita. Durante il mio soggiorno a Giverny ho lavorato su collage di legno e, allo stesso tempo, ho scoperto per la prima volta la sabbia come mezzo pittorico. Negli anni precedenti avevo già sperimentato la pittura con i soli pigmenti, ma la sabbia mi ha offerto un’incredibile quantità di nuove possibilità. Da allora ho sviluppato tecniche molto personali, incrociando i percorsi della pittura e del rilievo.
Il rilievo è una forma di rappresentazione artistica immensamente eccitante per me, rendendo possibile la rappresentazione di quel rapporto carico di tensione tra le diverse realtà in cui l’essere umano esperisce sé stesso. A seconda del tipo di rilievo, si materializza e si rende visibile la relazione con un mondo o con un altro.
A differenza delle tecniche convenzionali, questo procedimento personale mi permette di lavorare la sabbia sfruttandone la fluidità. Il modo in cui mi relaziono al mio lavoro mi ricorda spesso un processo archeologico, in cui cerco di scoprire qualcosa di nascosto in profondità.
Il tempo gioca un ruolo fondamentale nel mio lavoro, in diversi modi.
Attraverso le mie esperienze di accompagnamento di persone prossime al trapasso, che mi mettono di fronte alla caducità dei corpi, mi confronto con possibili realtà, intime e sovra-temporali.
La sabbia, le sue fluide transizioni tra pittura e rilievo mi aprono alla contemplazione del temo e dell’atemporalità. Un dettaglio importante è rappresentato dalle fenditure che appaiono quando disegno con il dito attraverso la sabbia. La fenditura, o fossa, è un dettaglio emozionante per esplorare e interpretare le relazioni. È come immergersi nella Fossa delle Marianne e scoprire che è piena di vita.
Per i primi anni mi sono occupato principalmente del volto umano, in cui vedo condensato il mistero dell’umanità. Per me c’è una grande bellezza in tutto questo. La sabbia, con la sua consistenza ruvida, le sue crepe e i suoi solchi, contrasta con una visione del mondo fatta di superfici lisce che sopprimono il dato della transitorietà.
Una nuova scoperta per me è la pittura astratta, in cui mi dedico interamente al colore, alla sabbia e al mio rapporto con essa, anelando a portare qualcosa di vivo nel mondo, qualcosa che elevi l’essere umano e che abbia un effetto curativo.>>
Peter Böhnisch