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TERRA al cubo – abitare il futuro, una mostra sull’ecodesign

In occasione della Milano Design Week, dal 5 al 10 settembre 2021 nei Chiostri dell’Umanitaria, ISIA Faenza presenta TERRA al cubo – abitare il futuro, una mostra che nasce dall’attività di ricerca sull’ecodesign che l’istituto faentino porta avanti già da tempo, incentrata sulla casa del futuro e sulla progettazione sostenibile e dal particolare metodo didattico che punta sull’interazione, l’Interdisciplinarietá e il dialogo per una produzione innovativa e sperimentale.

 

TERRA al cubo si muove in quel solco di pensiero di indagini mirate a nuove possibili forme di convivenza con la terra, intesa come luogo dove abitare, come ambiente e natura, come nutrimento e materia da lavorare: terra che, attraverso l’arte della ceramica, è anche ciò che lega Faenza al proprio genius loci.

 

ISIA Faenza si è misurata con il necessario cambio di paradigma di fronte al quale il design si deve porre oggi per suggerire comportamenti virtuosi e creare visioni di un futuro positivo, non distopico, dove la responsabilità fa la differenza: oggetti realizzati con le più avanzate tecnologie ma con la saggezza di una manualità derivante da un’importante tradizione.

 

L’esposizione è concepita come un trittico di esperienze che parte dal concetto di mappa per costruire un percorso in tre tappe, sviluppato negli ultimi tre anni accademici, con oggetti e arredi progettati dagli studenti dei Biennio Specialistico in Design del Prodotto e Progettazione con Materiali Ceramici e Innovativi e il Biennio Specialistico in Design della Comunicazione di ISIA Faenza.

 

EARTHzNuovi stili alimentari tra cura per la terra e transumanesimo, progetto in parte già esposto al Salone Satellite del 2019, rappresenta il rapporto dell’individuo con la terra da coltivare e il nutrimento che vi cresce da un lato, e con l’ancestrale materia ceramica dall’altro.

Lo “Sciamano” rappresenta ideologicamente il sopravvissuto, un uomo rigenerato che crea da sé gli strumenti per una nuova ruralità: attrezzi per coltivare la terra, protesi-contenitori da indossare per il contenimento e la riserva di cibo, utensili in ceramica 3D di nuova generazione per la raccolta dell’acqua, la sua depurazione e la conservazione alimentare. Oggetti che funzionano anche in assenza di energia grazie a materiali ceramici potenziati con nano-materiali e impasti sperimentali che attingono, per forme e colori, all’identità storico culturale faentina.

Un’installazione multischermo, ideata e realizzata dagli studenti del Biennio specialistico in Design della Comunicazione, racconta la visione di una terra che è attraversata da energie nuove, luogo di evoluzione di un sistema alimentare e di una cultura del cibo tra saperi antichi, patrimoni biologici, flussi migratori e transumanesimo.

 

 

Nomadism evolve la ricerca per progettare micro-unità abitative, trasportabili e facilmente scomponibili, luoghi per vivere, dormire, rifugiarsi, da cui rapportarsi con la natura. I “Cocoon” sono involucri nomadi, gusci funzionali in ogni dettaglio realizzati con materiali di recupero, polimeri, tessuti intelligenti, biomateriali e nanoceramiche. Il Giardino delle delizie di Hieronymus Bosch è l’immagine che ha ispirato questo paesaggio che diviene metafora delle relazioni umane dove ognuno può esprimere la propria identità.

Le grammatiche del lascito ceramico faentino, preziosa eredità custodita dal Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza, tracciano riferimenti geografici in una nuova mappa aperta alla globalizzazione, fonte di ispirazione per il design della collezione “Faventia_Upgrade”. Una ricerca iconica, materica e sperimentale, ideata per la stampa a 3D, che ha dato la luce a piccoli contenitori con decori e calligrafie astratte ispirati a immagini arcaiche di origine mediorientale, realizzati con impasti ceramici dai colori medioevali e rinascimentali faentini del bruno, manganese, verde ramina e blu.

 

 

Community si focalizza su un aspetto relazionale tipico delle metropoli: quello relativo all’ambiente di lavoro contemporaneo, in situazioni di co-working o da remoto, in spazi condivisi, flessibili e accoglienti dove è fondamentale la qualità dei materiali e dell’aria e una progettazione che favorisca concentrazione e privacy, ma anche dialogo e interazione tra colleghi. Comodità e funzionalità sono i due obiettivi che i designer devono perseguire, anche nell’eventualità di convertire in spazi di lavoro gli ambienti domestici. Tramite l’adesione al ClustER Regionale Emilia Romagna Industrie culturali e Creative, l’ISIA di Faenza ha consentito ai suoi studenti di svolgere, in collaborazione con l’azienda Methis, specializzata in sistemi di arredo per l’ufficio e il co-working, una ricerca sperimentale orientata ai futuri scenari possibili, tenendo in considerazione le attuali vicissitudini pandemiche che, nonostante tutto, offrono uno straordinario campo di intervento a cui il mondo della progettazione non può sottrarsi.

In una dimensione di convivenza in spazi chiusi, i giovani progettisti di ISIA Faenza hanno sviluppato anche l’innovativo progetto “Designer custodi dell’aria”, una serie di depuratori d’aria con filtri ceramici potenziati da nanomateriali, che si nutrono di luce per attivarsi come agenti purificatori e illuminanti di nuovi spazi domestici e di lavoro. Lo studio è stato realizzato anche grazie alla collaborazione con il Centro Ricerche Ce.Ri.Col di Colorobbia.

 

Durante la Milano Design Week, ISIA Faenza organizza una serie di eventi dedicati a far conoscere la propria produzione scientifica e la propria concezione della cultura del design con protagonisti del settore. Il calendario sarà indicato nelle prossime settimane.

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