In Campania quasi un autobus su due (il 43%) ha oltre vent’anni
Osservatorio Continental sui macro trend del trasporto pesante
In Campania quasi un autobus su due
(il 43%) ha oltre vent’anni
Solo il 12,5% non supera i cinque anni. Immatricolazioni ferme: nel 2020 calano dell’8,7% in Regione e dell’1,9% a Napoli. Dati pocoincoraggianti anche sul fronte del trasporto merci
Luglio 2021 – Tra chiusure, blocchi alla circolazione e restrizioni dovute all’emergenza sanitaria ed economica in atto, il 2020 è stato un anno difficile anche per il mondo del trasporto merci e persone su strada. Continental, brand che da 150 anni fa della sicurezza su strada e dell’innovazione tecnologica la propria missione, ha realizzato un Osservatorio sui macro trend del trasporto pesante con l’obiettivo di fornire una panoramica del settore sia a livello nazionale, sia a livello locale. Per capire quanto ha inciso la pandemia sullo sviluppo del comparto dei mezzi pesanti in Campania, l’Osservatorio ha analizzato i dati relativi alle nuove immatricolazioni, ai tipi di alimentazione, all’anzianità e alle categorie Euro* del parco circolante in Regione e nelle singole province.
Lieve calo delle immatricolazioni in Campania: a Napoli solo -1,9%
Nel 2020 in Italia le immatricolazioni di mezzi pesanti per iltrasporto merci con oltre 16t sono state 19.616, il 14,2% in meno rispetto al 2019. Con un lieve miglioramento rispetto alla media nazionale, segue lo stesso trend negativo la Campania, con -9,5% di nuove targhe. Varia la situazione tra le provincee a Napoli si registra un calo del 4,7%.
Uno scenario simile si presenta per il trasporto persone dove le immatricolazioni di autobus di oltre 3,5t in Italia sono passate da 4.935 del 2019 a 3.404 del 2020 (-31%). Anche in questo caso la diminuzione della Campania è più contenuta, con -8,7%. Le province presentano tutte segno negativo e l’1,9% di Napoli rappresenta il dato migliore.
Alimentazione, l’elettrico sotto l’1% e scompare l’ibrido
Lo scorso anno, il parco circolante di autocarri merci in Italia ha raggiunto le 4.221.718 unità. La quasi totalità di questi sono alimentati a gasolio (91,6%); i rimanenti sono a benzina (4,6%), a metano (2,2%), a benzina e gas liquido (1,2%), ibridi ed elettrici (0,1% ognuno). La Campania segue i valori medi nazionali con una preponderanza netta di gasolio (91,14%), seguita dal benzina (che sfiora il 6%). Sotto il 2% metano e benzina e gas liquido e sotto lo 0,1% elettrico e ibrido. L’ibrido è diffuso con uno 0,1% in tutte le province; l’elettrico, con la stessa percentuale, si trova solo a Napoli e Salerno.
Il parco autobus nel nostro Paese registra nel 2020 99.883 unità. Anche in questo contesto la maggioranza dei mezzi in circolazione sono a gasolio (93,7%), seguiti però dal metano (4,8%). Sotto l’1% rimangono l’elettrico, il benzina, benzina e gas liquido e l’ibrido.
Anche in Campania la quasi totalità degli autobus sono a gasolio (95,8%), con una piccola percentuale di mezzi a metano (2,7%). Benzina, benzina e gas liquido ed elettrico non superano l’1% mentre l’alimentazione ibrida non è presente. Le uniche due province che rilevano una quota, seppur irrisoria, di autobus elettrici sono Caserta e Napoli (rispettivamente 0,6% e 0,3%).
Napoli, la provincia col parco circolante più giovane
La fascia di anzianità maggiormente rappresentata all’interno del parco circolante italiano di mezzi pesanti per il trasporto merci è quella da 10 a 15 anni (18,9%), seguita dai 15-20 anni (17,9%) e 20-30 anni (15,7%). Inversa la classifica campana che vede come preponderante la fascia 20-30 (19,2%) seguita da quella 15-20 (18,7%) e da 10-15 (17,7%). Molto alta la quota di autocarri di oltre 30 anni (16%) di oltre 40 (8,3%), specie se confrontata con i mezzi di massimo 5 anni che rimangono al 10%. Napoli è la provincia con i veicoli più giovani (10,9%) ma anche quella con il numero più alto di ultratrentenni (25,9%).
Considerando il parco autobus nel nostro Paese, emerge che quelli più recenti (da 0 a 5 anni) sono il 19,4% del totale, mentre quelli più vecchi, di oltre 20 anni, il 25,7%. Nella fascia intermedia da 5 a 20 anni, si colloca la maggior parte del parco circolante. Stesso schema, ma con numeri un po’ più preoccupanti, in Campania, dove i mezzi più recenti scendono a quota 12,5%, mentre quelli più anziani salgono oltre il 43%.Nella classifica provinciale, è ancora una volta Napoli prima per percentuale di veicoli più giovani (14,7%) e registra un 40% di autobus di oltre 20 anni.
Euro 0 la classe più diffusa in Regione
Dall’analisi della categoria Euro dei mezzi pesanti per trasporto merci in circolazione a livello nazionale emerge un’importante presenza di veicoli molto recenti (Euro 5 ed Euro 6), che corrisponde al 31,8% del totale; ciò nonostante, quelli più vecchi (Euro 0, Euro 1 ed Euro 2) continuano a coprire una quota superiore (33,3%). In Campania la classe ambientale più diffusa è l’Euro 0, con ben il 26%, e, sommandola alle categorie più datate si raggiunge il 47,7%. Le categorie più giovani Euro 5 e 6 si fermano invece al 18,8%. Napoli è la provincia più “virtuosa” con oltre il 20% di Euro recenti ma gli Euro 0 arrivano al 27,1%.
In Italia la percentuale di autobus appartenenti alle categorie Euro 5 ed Euro 6 si attesta al 38,2%. Vi è però ancora in circolazione un’ampia quota di categorie più vecchie, ed Euro 1, Euro 2 ed Euro 3 arrivano al 38,6% del totale. In Campaniala percentuale di Euro 5 e 6 arriva al 23,6%, scontrandosiancora una volta con un duro 27,2% della classe 0, e un 49,3% di quelle più obsolete (Euro 0,1 e 2). Caserta ancora una volta si posiziona in testa alla classifica per numero di Euro 0 (32,1%) e classi emissive datate (66,7% per Euro 0,1 e 2).Napoli dà un po’ di ottimismo con quasi il 30% di categorie poco inquinanti. Qui gli Euro 0 arrivano al 27%, percentuale che raggiunge il 44,7% se si includono gli Euro 1 e 2.
Considerando categoria euro e anzianità, l’Italia è spaccata in due: il parco circolante è più giovane nelle regioni del Nord e del Centro mentre è più datato nelle regioni del Sud Italia.
La circolazione di mezzi di trasporto vecchi e con classi ambientali datate peggiora sensibilmente la situazione delle emissioni nell’ambiente e la sicurezza della circolazione, e pone l’accento sulla necessità di accelerare il ricambio di questi mezzi con altri più nuovi, sicuri e meno inquinanti, perché dotati di tecnologie recenti.