Macaluso ci lascia. La storia del PCI e dei suoi eredi perde un gigante
Emanuele Macaluso se n’è andato a 96 anni. Dirigente comunista apprezzatissimo da destra a sinistra per la sua grande capacità di illuminare con le sue parole i momenti difficili della politica e della vita del Paese. Sprezzante in pubblico e affettuoso nel privato, Macaluso faceva parte di quell’area cosiddetta migliorista del PCI che aveva visto in Giorgio Napolitano il suo principale riferimento. Aveva saputo dare rilevanza nazionale alle grandi questioni aperte nel Mezzogiorno d’Italia.
Sembra essersene voluto andare prima delle celebrazioni della scissione del 21 gennaio 1921 che portò alla fondazione del PCd’I, quasi a non voler ascoltare parole sulla sinistra da chi non sempre ne ha avuto titolo e lui più volte lo aveva segnalato con le sue parole nette, il suo accento vibrante, la sua cultura di un tempo. A Livorno la scissione portò alla costituzione di quello che diventerà il più grande partito comunista occidentale. Il primo segretario eletto del PCd’I fu il napoletano Amadeo Bordiga. Emanuele Macaluso si è mosso in quel solco per tutta la sua vita politica esprimendo sempre con fermezza le proprie opinioni.
Mancherà a molti.