Napoli e Firenze nel nuovo calendario Di Meo
Riappare la vita. Ricompaiono la bellezza, l’arte e la grazia delle città e di chi ha il desiderio e il coraggio di scoprirne le meraviglie antiche e ancora attuali. Da Napoli a Firenze, e viceversa, questa volta è tempo di un viaggio nel Rinascimento. O, per meglio dire, nella dinamica Re-naissance.
Magico, ambizioso, tenace, è l’obiettivo dell’edizione 2021 del Calendario Di Meo, un progetto dell’associazione culturale “Di Meo vini ad arte” che stabilisce una speciale relazione tra il capoluogo vesuviano e la città dell’Arno. Il racconto visivo di questa convivenza rétro e moderna – per certi aspetti pure futuribile – è affidato come da tradizione a Massimo Listri, l’autore di tutte le fotografie che compongono questo inesauribile album, quasi fosse un lasciapassare nei secoli. Immergendosi nelle opere figurative del Beato Angelico, del Bronzino e del Botticelli fino a curiosare nella Grotta di Buontalenti e nella Loggetta di Alessandro Allori. Percependo i silenzi della Tribuna degli Uffizi e della Sala delle carte geografiche.
Sino alla solennità della Biblioteca Laurenziana e della Sala dei Gigli, ondeggiando poi, lentamente, con lo sguardo fra la Basilica di Santo Spirito e il Tempietto del Santo Sepolcro.
Il recupero della classicità e di un sentimento che insegue la modernità trovano un miracoloso equilibrio nelle pagine del progetto di Generoso Di Meo che, dopo aver inondato di energia e audace joie de vivre le metropoli di Vienna, Marrakech, Parigi, Istanbul, Lisbona, Mosca, Londra, in questo frangente bizzarro che vede il pianeta prigioniero della pandemia da Covid-19 e di un panico invisibile intende reagire attraverso una fiducia emotiva nel concetto atemporale del bello.
Per estendere la nobiltà delle immagini selezionate da Listri, di mese in mese sono stati convocati storici, musicologici, critici d’arte, studiosi, che scrivono – in soggettiva – della ricerca di irripetibili corrispondenze tra Napoli e Firenze. L’epoca angioina di Giotto e Dante raccontato da Benedetto Croce; l’estro di Giovanni Boccaccio e di Giorgio Vasari, audaci creativi nel golfo del Tirreno, e il contributo che diede Eleonora di Toledo alla crescita del patrimonio de’ Medici. Ancora, la simbiosi guerresca tra Eduardo De Filippo e Franco Zeffirelli per la messinscena della commedia Sabato, Domenica, Lunedì in Inghilterra nel 1973 – e fu Saturday, Sunday, Monday – e la maestria artigianale dello shoemaker of dreams Salvatore Ferragamo, sospesa tra le terrazze dell’hotel Excelsior e Palazzo Feroni Spini. Di più, la convivenza intellettuale tra il pittore Domenico Morelli e il senatore Pasquale Villari, a fine Ottocento, e le mirabili porcellane e gouache sospese tra il Regno di Napoli e il Granducato di Toscana. Quindi le commedie cantate e l’opera, alias le commedeje ppe mùseca, in una spericolata fusione di monodia fiorentina e lengua napoletana. Un atlante dell’estetica con il quale orientarsi nelle proprie percezioni.