Discriminazione Finanziaria: Il Paradosso dell’Indipendenza
Lavoro Sessuale e Discriminazione Finanziaria: Il Paradosso dell’Indipendenza
In un mondo sempre più digitale, dove anche il caffè al bar sotto casa si paga con un tap sul telefono, immagina il panico di ritrovarti improvvisamente senza accesso al tuo conto bancario. Se ti è mai capitato di bloccare la tua carta per smarrimento o frode, sai quanto può essere frustrante. Ma almeno, in quei casi, sei stato tu a decidere. Ora pensa al caos di vederti congelare il conto senza preavviso.
Nel Regno Unito, molte lavoratrici e lavoratori del sesso hanno denunciato al Financial Times che il sistema bancario li sta di fatto boicottando. Becky Webster, ex infermiera del NHS, ha visto i suoi conti bloccati più di 15 volte, non per frodi o attività illegali, ma semplicemente perché lavora nel settore del sex work. E non si tratta di un caso isolato: secondo il gruppo attivista Decrim Now, oltre l’80% dei membri del sindacato di categoria ha subito discriminazione finanziaria.
L’ironia? Mentre il governo riconosce questa attività come legale e impone tasse, le banche si rifiutano di offrire servizi essenziali ai lavoratori del settore. E questa esclusione non è solo un fastidio burocratico, ma una minaccia concreta alla sicurezza di queste persone.
Quando l’esclusione diventa un rischio
Senza un conto in banca, gestire le spese di base diventa una sfida. L’affitto, le bollette, la spesa quotidiana: tutto diventa più complicato. In città come Milano, Roma e Napoli, dove il costo della vita continua a crescere, chi viene escluso dal sistema finanziario si trova spesso costretto a cercare soluzioni rapide e poco sicure per poter lavorare e vivere dignitosamente.
Curiosamente, chi si oppone alla regolamentazione del lavoro sessuale sostiene che sia un’attività pericolosa. Ma non si rendono conto che è proprio la loro marginalizzazione a renderla rischiosa? Se il sistema mettesse questi professionisti nelle condizioni di operare in sicurezza, il problema non esisterebbe.
Il paradosso del denaro accettabile
Se l’unica alternativa per avere una rendita sicura è migrare su piattaforme come OnlyFans, possiamo davvero parlare di indipendenza? Il sito ha reso miliardario il suo fondatore, Leonid Radvinsky. E indovina un po’? Le banche accettano quel denaro senza problemi, ma non quello di chi produce direttamente i contenuti. Se un professionista decide di lavorare senza intermediari, il suo conto viene bloccato. Ma se versa una percentuale a una grande piattaforma tech, allora nessun problema.
In Italia, situazioni simili si verificano per chi cerca di operare in modo indipendente. Piattaforme come Bakeka Incontri sono tra le poche opzioni rimaste per chi vuole gestire la propria attività senza dover affrontare la discriminazione del sistema finanziario. Tuttavia, il pregiudizio sociale continua a creare ostacoli.
La situazione in Italia
Mentre in alcuni paesi il dibattito sulla regolamentazione del sex work sta avanzando, in Italia la professione è legale ma avvolta da un’aura di tabù. In città come Torino, Bologna e Firenze esistono spazi sicuri per l’esercizio di questa attività, ma il vero problema rimane l’accesso ai servizi finanziari e la protezione legale.
A Napoli, ad esempio, la domanda di servizi di escort è in crescita, non diversamente da quanto accade a Roma o Milano. Tuttavia, la mancanza di regolamentazione chiara e di accesso ai circuiti finanziari legittimi costringe molte persone a lavorare in condizioni precarie, spesso senza alcuna protezione o supporto legale. Cercare escort a Napoli non è difficile, ma il vero nodo è garantire che chi lavora in questo settore abbia gli strumenti per farlo in sicurezza.
Strategie di adattamento
Di fronte a queste difficoltà, molti professionisti stanno cercando alternative per garantire la propria sicurezza economica. Alcuni investono nella formazione per diversificare le entrate, mentre altri si stanno reinventando nell’imprenditoria digitale, creando contenuti esclusivi o esplorando il mercato dell’e-commerce.
Il settore delle escort sta cambiando, con una domanda che non accenna a diminuire nonostante il contesto ancora difficile. Il problema, però, non è la richiesta, bensì la mancanza di un sistema che consenta a queste persone di operare in modo trasparente e sicuro.
La vera questione
L’esclusione bancaria dei professionisti del sesso non è solo un problema individuale, ma il sintomo di un sistema che fatica ad accettare certe professioni come legittime. Il denaro guadagnato attraverso piattaforme consolidate è accettato senza esitazioni, mentre quello ottenuto in modo indipendente è demonizzato. Questo non è un problema di sicurezza finanziaria, ma di controllo.
In definitiva, le banche non dovrebbero avere il potere di decidere chi può o non può accedere ai servizi finanziari essenziali. Tutti hanno il diritto di lavorare in sicurezza e con dignità. Finché la società continuerà a trattare il lavoro sessuale come un settore clandestino, migliaia di persone resteranno esposte a rischi inutili. E, a ben vedere, chi ne trae davvero vantaggio?