Cultura

La mostra progetto Moraduccio di Alessandro Trapezio e Italo Zuffi da Alchemilla

Sabato 21 dicembre 2024 dalle ore 10 alle 13 e dalle 16 alle 19, il finissage della mostra Moraduccio (fotografo + soggetto) di Alessandro Trapezio e Italo Zuffi, a cura di Antonio Grulli da Alchemilla. Alle ore 18, l’evento espositivo si concluderà con un talk che vedrà la partecipazione degli artisti, del curatore e di Claudio Marra, già professore ordinario di Storia della fotografia presso l’Università di Bologna.

 

Il progetto Moraduccio nasce nel 2014, ma prende forma nel 2020 con una pubblicazione, un multiplo, numerato e firmato dai due artisti, in 100 copie. Oggi, a distanza di 10 anni dalla  loro realizzazione, le fotografie inedite vengono esposte per la prima volta.

 

Tutto nasce nel febbraio 2014, quando l’artista Italo Zuffi e il fotografo Alessandro Trapezio si dirigono in auto tra Castel del Rio e Moraduccio, tra la provincia di Bologna e quella di Firenze, seguendo il corso del fiume Santerno. Sono alla ricerca dell’ispirazione per produrre una serie di ritratti di Italo, originario di quei luoghi. Sostano in alcuni punti del loro percorso, Italo si muove all’interno del paesaggio, Alessandro scatta. Le immagini che nascono da questa semplice intenzione, però, trascendono l’individuo che dovrebbe esserne il soggetto e diventano, in maniera imprevista, spontanea, qualcos’altro. L’obiettivo, più che soffermarsi sull’umano, va sulla sua presenza rada e sospesa, che si dissolve all’interno del paesaggio naturale, che vi si appoggia fino a confondervisi, fino alla rarefazione totale, in favore della roccia, della terra, dell’acqua, della vegetazione. E così, il protagonista vero del progetto non è più soltanto Italo, ma l’intrecciarsi del suo movimento con la vita circostante, il suo uscire dall’inquadratura in favore di altre esistenze, di altri respiri primordiali.

La mostra presentata da Alchemilla vuole essere un nuovo capitolo di questo progetto, legato al libro ma a tutti gli effetti autonomo e indipendente: è una preziosa esposizione di una dimensione laboratoriale, di esperimento tra due artisti che dialogano alla pari, circondati dal paesaggio dell’Appennino Tosco-Romagnolo. Nei grandi spazi espositivi le immagini vengono dilatate e grazie a questo cambio di scala dialogano con lo spettatore sottolineando maggiormente la  componente performativa all’origine degli scatti e l’immersività dell’ambiente in cui sono stati realizzati.

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