Callum Innes, Darker than blue da Alfonso Artiaco
Callum Innes, Darker than blue da Alfonso Artiaco
13 settembre – 2 novembre 2024
Inaugurazione 12 settembre dalle 19 alle 21
Per la sua prima mostra personale in galleria l’artista presenta 15 nuovi dipinti di grandi e medie
dimensioni ed una serie di otto opere su carta.
Astrazione e stratificazione, colore e rimozione. La pratica artistica di Callum Innes è fatta di numerosi passaggi, tempi lunghi di preparazione che evocano atmosfere cromatiche.
I suoi dipinti sono geometrie luminose in cui la pittura a olio bianca o nera si alterna a colori brillanti e striati, dall’azzurro al viola, dal giallo al rosso. Opere che partendo dalla stessa impostazione rigorosa raggiungono una vasta gamma di effetti cromatici in cui poter cogliere la profondità delle sfumature.
In mostra due tipologie di opere: gli “Exposed Paintings”, dipinti su lino dalla forma quadrata, e dipinti circolari su supporto di legno compensato, definiti dall’artista “Tondos”.
I dipinti “Exposed Paintings” vengono realizzati in serie attraverso un lento ed intenso processo di
stratificazione di pittura ad olio applicata sulla tela di lino il cui risultato viene successivamente ricoperto di nero. Il lavoro si trova adesso nascosto da una coltre scura che viene parzialmente rimossa da numerosi lavaggi di trementina che dissolvono la vernice lasciando l’effetto delle tinte striate. L’operazione viene ripetuta varie volte alternando altri passaggi di colore fresco a quelli del diluente che li cancella. La parte della tela rimasta ancora nera viene quindi dipinta con un altro colore, dando vita ad una superficie luminosa e mutevole.
La serie dei “Tondos”, una produzione più recente che crea una presenza in qualche modo scultorea
dell’opera nello spazio, è realizzata con un processo molto simile ma che richiede un’interazione fisica differente dell’artista. Innes utilizza infatti pannelli circolari di legno compensato che esigono una preparazione a gesso e a vernice da cui scaturiscono risultanti di colori sempre differenti ma che conservano un rigoroso geometrismo. Dopo aver dipinto per anni su superfici squadrate, Innes ha notato come la forma del tondo occupi più spazio e si estenda in modo diverso sulla parete. L’assenza di angoli favorisce un senso di interazione più dinamica e coinvolgente tra lo spettatore e l’opera.
In galleria si alternano i lavori come campiture di tono su tono in cui lo spazio del dipinto è scandito con precisione: la bidimensionalità delle opere è solo apparente, nascosta nelle profondità delle striature e delle sfumature, in una misurata divisione dei vuoti e dei pieni. I dipinti di Callum Innes pongono lo spettatore di fronte a paesaggi astratti e cadenzati il cui ritmo è dato dalla lenta stratificazione e trasformazione del colore.
dimensioni ed una serie di otto opere su carta.
Astrazione e stratificazione, colore e rimozione. La pratica artistica di Callum Innes è fatta di numerosi passaggi, tempi lunghi di preparazione che evocano atmosfere cromatiche.
I suoi dipinti sono geometrie luminose in cui la pittura a olio bianca o nera si alterna a colori brillanti e striati, dall’azzurro al viola, dal giallo al rosso. Opere che partendo dalla stessa impostazione rigorosa raggiungono una vasta gamma di effetti cromatici in cui poter cogliere la profondità delle sfumature.
In mostra due tipologie di opere: gli “Exposed Paintings”, dipinti su lino dalla forma quadrata, e dipinti circolari su supporto di legno compensato, definiti dall’artista “Tondos”.
I dipinti “Exposed Paintings” vengono realizzati in serie attraverso un lento ed intenso processo di
stratificazione di pittura ad olio applicata sulla tela di lino il cui risultato viene successivamente ricoperto di nero. Il lavoro si trova adesso nascosto da una coltre scura che viene parzialmente rimossa da numerosi lavaggi di trementina che dissolvono la vernice lasciando l’effetto delle tinte striate. L’operazione viene ripetuta varie volte alternando altri passaggi di colore fresco a quelli del diluente che li cancella. La parte della tela rimasta ancora nera viene quindi dipinta con un altro colore, dando vita ad una superficie luminosa e mutevole.
La serie dei “Tondos”, una produzione più recente che crea una presenza in qualche modo scultorea
dell’opera nello spazio, è realizzata con un processo molto simile ma che richiede un’interazione fisica differente dell’artista. Innes utilizza infatti pannelli circolari di legno compensato che esigono una preparazione a gesso e a vernice da cui scaturiscono risultanti di colori sempre differenti ma che conservano un rigoroso geometrismo. Dopo aver dipinto per anni su superfici squadrate, Innes ha notato come la forma del tondo occupi più spazio e si estenda in modo diverso sulla parete. L’assenza di angoli favorisce un senso di interazione più dinamica e coinvolgente tra lo spettatore e l’opera.
In galleria si alternano i lavori come campiture di tono su tono in cui lo spazio del dipinto è scandito con precisione: la bidimensionalità delle opere è solo apparente, nascosta nelle profondità delle striature e delle sfumature, in una misurata divisione dei vuoti e dei pieni. I dipinti di Callum Innes pongono lo spettatore di fronte a paesaggi astratti e cadenzati il cui ritmo è dato dalla lenta stratificazione e trasformazione del colore.