L’arte come riparazione, un volume inaugura la nuova collana ABABO
Martedì 27 febbraio 2024 alle ore 18, presso Librerie.coop Ambasciatori di Bologna sarà presentato il volume L’ARTE COME RIPARAZIONE. Ricerche artistiche per intervenire sul presente, che inaugura la collana “ABABO – Teorie” diEdizioni Pendragon, realizzata insieme all’Accademia delle Belle Arti di Bologna, che si affianca ad “ABABO – Esperienze”, altro percorso editoriale nato da questa collaborazione nell’estate 2023. L’evento vedrà l’intervento dei curatori Lucrezia Ercoli ed Emilio Varrà e dell’artista Flavio Favelli e sarà introdotto da Cristina Francucci, Direttrice dell’Accademia di Bologna.
Il Kintsugi è una tecnica di restauro con cui vengono riparate le tazze per la cerimonia del tè in Giappone: mediante polvere d’oro, le crepe degli oggetti rotti vengono impreziosite, non nascoste. È a questa antica arte giapponese che si ispira il titolo del progetto RiparAzioni. Rielaborare ad arte , nato nell’ambito del PON METRO, Programma Operativo Nazionale Città Metropolitane, coordinato dal Comune di Bologna e finanziato dall’Unione Europea. Realizzato dall’Accademia di Belle Arti di Bologna, ha incluso anche una serie di incontri, da cui ha avuto origine questo libro, curato dai docenti e organizzatori della rassegnaLucrezia Ercoli, Maura Pozzati ed Emilio Varrà. Il ciclo, intitolato RipArazioni: dialoghi d’arte, cultura e società, ha ospitato protagonisti dell’arte e della cultura internazionale a cui è stata posta una domanda: l’arte può essere una forma di riparazione? A rispondere e a proporre gli interventi raccolti in quest’opera sono stati il filosofo Emanuele Coccia, la regista Alice Rohrwacher, l’artista Adelita Husni-Bey , l’illustratrice Nora Krug, il regista Armando Punzo, il collettivo artistico ruangrupa, l’artista Flavio Favelli e lo scrittore Ermanno Cavazzoni, coinvolto nella realizzazione del film La città di cartone, con la regia di Maurizio Finotto.
L’idea di fondo del progetto e che attraversa gli interventi è la seguente: le fratture, individuali e sociali, possono essere superate solo se visibili e condivisibili, trasformandosi addirittura in occasione di rigenerazione sia individuale che collettiva . La contemporaneità, infatti, ci vede sempre più fragili, spezzati, isolati e impotenti, ma non possiamo auto-ripararci. I processi di guarigione e rigenerazione possono essere favoriti dall’arte, in quanto forza capace di colmare vuoti psicologici e affettivi, di far entrare cultura e bellezza nella vita di tutti e di connettere le persone, attraverso un linguaggio universale. In una società che ci vuole interi, perfetti e funzionali, l’arte come riparazione mostra l’imperfezione e l’inciampo. Non esiste però un unico concetto di riparazione, un’unica metodologia valida: qui infatti viene offerto un ampio spettro di esperienze, ognuna da una prospettiva artistica diversa, su una vera e propria emergenza del nostro presente.