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ANEMONI: Renata Boero, Valentina D’Accardi, Alessandro Roma alla Fondazione Sabe

Sabato 7 ottobre 2023 alle ore 11 la Fondazione Sabe per l’arte presenta Anemoni, mostra di Renata Boero (1936), Valentina D’Accardi (1985) e Alessandro Roma(1976), a cura di Irene Biolchini, realizzata nell’ambito di Ravenna Mosaico – VIII Biennale di Mosaico Contemporaneo con il patrocinio del Comune di Ravenna e del Dipartimento di Beni Culturali dell’Università di Bologna e in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Ravenna. L’inaugurazione della mostra coincide con la diciannovesima Giornata del Contemporaneo, promossa da AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani.

 

Il progetto coinvolge tre artisti di generazioni diverse che, con differenti approcci creativi, riflettono sul rapporto tra natura, decorazione e frammento. Il titolo della mostra, Anemoni, richiama il tema della vegetazione che caratterizza i mosaici ravennati e in particolare i fiori simbolo di caducità e di fragilità. Le opere in mostra stabiliscono, a seconda dei casi, rapporti diretti e indiretti con la tradizione musiva sul piano materiale, tecnico e iconografico.

 

A Ravenna gli anemoni sono raffigurati come una croce e alludono alla rinascita, reinterpretazione dell’uso farmacologico e cicatrizzante che ne facevano i latini. La mostra Anemoni è un percorso di rinascita, di cura dei traumi, di rapporto con le forze naturali come portatrici di distruzione e creazione. Renata Boero presenta Cromogramma, realizzato immergendo la tela in infusi di pigmenti naturali. Le molteplici piegature che danno vita all’opera generano una griglia, o una sequenza di tasselli di colore. La sua non è una rappresentazione della natura, ma la manifestazione del rituale magico-mitico che ha generato l’opera. Lo stesso rituale che viene celebrato in Abissi di Valentina D’Accardi dove, donando un corpo scultoreo all’immagine digitale, si ritorna ad un rapporto diretto con il mistero e l’insondabile (cercati nella vita di una sequenza di piante domestiche). A chiudere questa riflessione attorno alla potenza creatrice, distruttiva e salvifica della natura, si impongono le opere di Alessandro Roma, una successione di piatti in ceramica (unici manufatti salvatisi dall’alluvione di maggio scorso, galleggiando all’interno del laboratorio di Ceramiche Lega) in cui il soggetto perde i contorni del dato naturale per diventare presenza e salvezza.

 

La mostra, che proseguirà fino al 16 dicembre, sarà accompagnata da un catalogo edito da Danilo Montanari e arricchita da eventi collaterali organizzati nel periodo di apertura della mostra.

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