Restituire il suono agli Organi di San Gregorio Armeno. Rotary capofila del progetto di restauro
Restituire la musica e il suono agli straordinari Organi Gemelli della chiesa di San Gregorio Armeno, gioiello incastonato nel dedalo di vie che compone il Centro Storico di Napoli patrimonio Unesco. È l’ambizioso obiettivo che i rotariani partenopei si sono dati, promuovendo il restauro di tali strumenti.
Gli Organi Gemelli di San Gregorio Armeno risalgono al ‘700 napoletano: costruiti tra il 1737 e il 1742 ad opera di Tomaso de Martino, arricchiscono la chiesa che i devoti napoletani conoscono anche come Chiesa di Santa Patrizia (in onore della patrona di Napoli). Sono da ritenersi esemplari rarissimi e compongono, con l’organo del cappellone di Domenico Antonio Rossi e con l’organo del coro delle monache, la strumentazione musicale di inestimabile valore che turisti e fedeli possono ammirare nel complesso ecclesiastico.
I due Organi Gemelli di de Martino, però, non suonano da un secolo, nonostante la loro struttura originale sia di fatto intatta. Per il recupero del suono, i dodici club Rotary di Napoli hanno fatto proprio un progetto di restauro dal valore complessivo di 120mila euro che vede impegnati anche i privati (su tutti la banca BCC Napoli e IGB Broker Srl) e che sarà finanziato per il 30% dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali.
Il progetto musicale, che coinvolgerà anche il Conservatorio di San Pietro a Majella, si inserisce nella più ampia progettualità che il Rotary ha in programma per il centro storico partenopeo e per i suoi numerosi gioielli: si tratta del primo atto a favore della città dopo l’insediamento dell’imprenditore e filantropo Angelo Coviello nel suo ruolo di Presidente del Club Rotary Napoli Est, anche coordinatore del Gruppo Partenopeo a cui i dodici club Rotary della città di Napoli fanno capo.
“Grazie a questa straordinaria sinergia – spiega Coviello – permetteremo a questi capolavori di tornare a suonare. È nostro compito, da rotariani e napoletani, quello di testimoniare la Civiltà. Salvare ciò che di unico abbiamo, salvaguardato e gelosamente custodito nei nostri vicoli, è un passo verso tale testimonianza”.