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Costruzioni: Pelazzi (Argenta SOA): i dati Istat in aprile evidenziano una profonda caduta

Costruzioni: Pelazzi (Argenta SOA): i dati Istat in aprile evidenziano una profonda caduta. Servono interventi del Governo e del Parlamento
A conferma di quanto emerge dai dati dell’Istat i risultati della survey condotta trimestralmente dal Centro Studi di Argenta SOA su un campione di circa duemila e duecento imprese. I problemi di liquidità e il costo elevato del credito rappresentano un forte freno in grado di limitare l’operatività delle aziende per  il 35 per cento delle imprese, il 30 per cento lamenta  la carenza di personale qualificato, il 20 per cento per il passato aumento del costo dell’energia che ha ridotto margini e il circolante, il 10 per cento per  l’aumento dei costi delle materie prime e solo il 5 per cento per la scarsità di materiali.

“I dati di produzione nelle costruzioni evidenziano in aprile una profonda caduta (-3,8%, la più marcata da dicembre 2020) che porta i livelli di attività indietro di oltre un anno.  Il dato di aprile conferma i segnali anticipatori emersi nei mesi scorsi e dovuti in parte al cambiamento delle condizioni di contesto causato dalle incertezze normative e regolamentari sugli incentivi e, soprattutto, all’aumento dei tassi di interesse che ha portato ad un balzo del costo dei mutui per l’acquisto di abitazioni e per i prestiti al consumo. Su questi temi servono interventi del Governo e del Parlamento”.
Lo dichiara Giovanni Pelazzi, Presidente di Argenta SOA (www.argentasoa.it), una delle principali società organismo di attestazione che certifica le aziende per la partecipazione alle gare pubbliche, nell’analizzare i dati Istat usciti oggi.

“Queste condizioni,- spiega Pelazzi- come abbiamo ampiamente preannunciato nei mesi scorsi, non potevano non portare ad un freno nella dinamica dell’attività, che speriamo sia temporaneo.
La spinta potrebbe arrivare solo dalla realizzazione dei lavori del PNRR sulla cui piena realizzazione, stando ad alcune dichiarazioni, aleggia molta incertezza”.
IL PNRR potrà avere un effetto molto forte sul settore delle costruzioni. Stando alle  valutazioni originarie, secondo stime Ance-Confindustria impatta per circa 108 miliardi di euro (sui 222 totali), di cui 42,9 miliardi per i progetti in essere e 65,1 per nuovi progetti. Questi numeri ora andranno aggiornati tenendo conto delle  possibili rimodulazioni”.

A confermare quanto emerge dai dati dell’Istat i risultati della  survey condotta trimestralmente dal Centro Studi di Argenta SOA su un campione circa  di duemila e duecento imprese di tutte le dimensioni e di tutti i settori della filiera: costruzioni, infissi, carpenteria, impiantistica e servizi ambientali.
L’indagine mostra come per il 35 per cento delle imprese intervistate da Argenta Soa i problemi di liquidità e costo elevato del credito rappresentano un forte freno in grado di limitare l’operatività; il 30 per cento lamenta la carenza di personale qualificato; il 20 per cento per gli effetti ritardati del passato aumento del costo dell’energia che ha ridotto margini e circolante delle imprese; il 10 per cento per  l’aumento dei costi delle materie prime e solo il 5 per cento per la scarsità di materiali.

“Avevamo già acceso un anno fa – dichiara Pelazzi – i riflettori sui rischi per le imprese e la filiera delle costruzioni dovuti all’aumento del costo del credito. Servono interventi a supporto dei bilanci delle aziende e delle famiglie i cui costi dei mutui sono quasi quintuplicati nell’ultimo anno.
Assistiamo ad un calo progressivo di interventi di nuove costruzioni. Soprattutto abitazioni per il cosiddetto “ceto medio”.

Anche il settore delle costruzioni soffre la carenza di personale qualificato: l’aumento della domanda di lavoro – dovuta sia agli incentivi sia all’implementazione delle misure del PNRR – unita al pensionamento dei cosiddetti “baby boomers” sta mettendo in difficoltà il settore edile che, tra l’altro, attrae di meno i giovani”.

Dall’analisi sul sentiment emerge dall’indagine Argenta SOA come solo per il 21 per cento delle imprese intervistate la situazione per il settore nel 2023 migliorerà, per il  36 per cento peggiorerà  e per il 43 per cento resterà stabile.
“A condizionare l’opinione delle imprese – spiega Pelazzi –  anche le scelte e i cambiamenti normativi dei governi sul cosiddetto Superbonus del 110 per cento”.
Solo per il 31 per cento delle imprese il  giudizio sulla decisione  del Governo di bloccare il Bonus del 110 per cento è positivo; è negativo per il 66 per cento mentre solo il 3 per cento non esprime una valutazione.
“Un dato emblematico – dichiara Pelazzi – è che solo il 17 per cento delle imprese intervistate valuta con interesse lavori da realizzare a privati che beneficiano dei  bonus edilizi, rispetto ad un 83 per cento che ne dà un giudizio negativo.
Per il 58 per cento delle aziende i ritardi dei pagamenti e i crediti incagliati stanno rallentando i piani di crescita rispetto ad un 42 per cento che crede il contrario”.

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