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Fondazione Sabe per l’arte di Ravenna presenta Levia Gravia, doppia personale di Valerio Anceschi e Luca Scarabelli

Sabato 15 aprile 2023 alle ore 11, la Fondazione Sabe per l’arte presenta Levia Gravia, doppia mostra personale di Valerio Anceschi e Luca Scarabelli, a cura di Francesco Tedeschi. Lo spazio espositivo, inaugurato nel novembre 2021 a pochi passi dal MAR – Museo d’Arte di Ravenna, intende porsi quale punto di riferimento per la promozione e la diffusione dell’arte contemporanea, con una particolare attenzione alla scultura. 

Nonostante percorsi e concezioni estetiche differenti, i due artisti condividono alcuni elementi di un linguaggio plastico attraverso cui propongono particolari letture della forma e dell’idea di scultura. In mostra, il punto di connessione tra le due poetiche viene individuato nel rapporto tra il concetto di “levità” e quello di “gravità”, introdotti dalla citazione di Ovidio presente nel titolo, ripresa da GiosuéCarducci per una sua raccolta poetica.

La “levità” è intesa nel senso di una leggerezza formale, più che materiale, quando si dà attenzione al vuoto come elemento attivo di ogni elaborazione scultorea che si relaziona con l’ambiente, ma anche nel senso di un alleggerimento del significato assertivo e monumentale che essa ha, introducendo motivi di sottile ironia. La “gravità”, invece, si relaziona a una delle peculiarità della scultura, quella della sua presenza fisica, del suo rapporto con la dimensione del suolo, dell’attrazione verso terra, ma anche alla sua capacità, attraverso la sua combinazione con le qualità della “leggerezza”, di evocare temi e discorsi che aspirano a una profondità di senso. L’intreccio di queste due direzioni o aspirazioni si possono individuare reciprocamente nel lavoro di Anceschi e di Scarabelli, che per l’occasione propongono una serie di opere realizzate negli ultimi anni.

Dagli anni Novanta, Valerio Anceschi ha svolto un percorso coerente nella elaborazione di opere composte con materiale di riuso, soprattutto frammenti di ferro provenienti da lavorazioni di fonderia, che combina per generare soggetti bi-tridimensionali, che si muovono, in qualche occasione realmente, per effetto della leggerezza del loro corpo. L’uso della colorazione, principalmente in rosso, attribuisce nuova espressività ai materiali, assorbiti in nuovi intenti formali. Luca Scarabelli, dal canto suo, fin dagli anni Ottanta ha operato attraverso l’uso e il recupero di oggetti domestici, elementari, ai quali attribuisce significato interrogativo ed evocativo, all’insegna di una concettualizzazione ironica e narrativa. La sua attività in realtà esplora molteplici direzioni, dall’objet trouvé ricontestualizzato al video, al libro d’artista, alle performance di natura musicale, nelle quali si è impegnato in anni recenti, passando attraverso una fitta attività organizzativa e ideativa.

La mostra, che proseguirà fino al 24 giugno con il patrocinio del Comune di Ravenna e del Dipartimento di Beni Culturali dellUniversità di Bologna, sede di Ravenna, e in collaborazione con lAccademia di Belle Arti di Ravenna, è accompagnata da un catalogo edito da Danilo Montanari e arricchita da altri eventi organizzati nelperiodo di apertura della mostra.

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