Prorogata fino a sabato 21 gennaio la personale di Ingrid Gozzano a Palazzo Viceconte a Matera
Successo di pubblico per la personale di Ingrid Gozzano, oltre 1.100 i visitatori dal 25 novembre 2022 al 6 gennaio 2023. Le opere sono esposte fino al 21 gennaio negli Ipogei di Palazzo Viceconte in via San Potito n.7 a Matera
Hanno affascinato un pubblico internazionale le Trame di luce di Ingrid Gozzano. Le tele sono state ammirate da oltre mille e cento visitatori che sul libro delle firme della mostra hanno testimoniato l’apprezzamento per i quadri, l’allestimento e la cortesia del personale. Commenti che indicano che la mostra è stata visitata da un pubblico internazionale, proveniente da Francia, Inghilterra, Canada, Cile, America e Giappone. E anche da numerosi visitatori dall’Italia, pugliesi e campani e anche provenienti da città del centro e nord del Paese.
Un successo di pubblico che ha convinto gli organizzatori a prolungare il periodo di apertura fino a sabato 21 gennaio. Sarà dunque possibile visitare la personale di Ingrid Gozzano, allestita negli ipogei di Palazzo Viceconte in via San Potito n.7 a Matera, dal martedì al sabato (giorni di chiusura: domenica e lunedì) dalle 16 alle 19:30.
La mostra Trame di luce personale di Ingrid Gozzano è giunta a Matera dopo l’esposizione a maggio alla Galleria della Biblioteca Angelica (MiBACT) a Roma. Colori potenti, intensi, vibranti, audaci, opere ai confini fra il figurativo e l’astratto dipinte fra il 2008 e il 2022 che raccontano il percorso artistico di Ingrid Gozzano.
Oltre venti dipinti in cui, come scrive Costanza Barbieri curatrice della mostra a Roma, “la materia-colore si rivela dapprima come elemento figurativo, identificato con lane stese al sole ad asciugare, sassi sul bordo del mare, muri dipinti, panni stesi all’aria e alla luce, oggetti annotati con cura, osservati o fotografati nel corso di viaggi, di passeggiate, d’improvvise rivelazioni. Queste osservazioni si sono sedimentate nell’immaginazione, conservando la ricchezza cromatica, le profondità di tono e le sfumature, la qualità e la densità della materia, soffice o pesante, e si sono poi trasfigurate in forme autonome, dove il colore prende il sopravvento e si impone sull’originario modello. Una trasfigurazione che acquista anche valenza simbolica, perché l’astrazione crescente, nel corso degli anni, spinge a evocare nuovi contenuti, diversi da quelli originari. […] L’autrice fa emergere una materia pulsante e corposa, ritmica e inquieta, che va molto oltre lo spunto iniziale: è possibile cambiare registro, migrare dal figurativo all’informale e viceversa. […]” (estratto dal testo critico di Costanza Barbieri)