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“Le ultime parole del boss”, la storia del vicedirettore del carcere di Poggioreale, Giuseppe Salvia in un documentario Rai

“Le ultime parole del boss”

La storia del vicedirettore del carcere di Poggioreale, Giuseppe Salvia, ucciso per volontà di Raffaele Cutolo, il boss che ha costruito la sua “carriera” senza mai uscire dal carcere.

Una prima serata firmata Rai Documentari il 30 settembre su Rai Due alle ore 21.25

A quarant’anni di distanza dalla morte di Giuseppe Salvia, vicedirettore del carcere di Poggioreale, Rai Documentari propone “Le ultime parole del boss” il 23 settembre alle 21.25 su Rai Due, dedicato alla storia di questo “piccolo” eroe dimenticato, ucciso dalla camorra semplicemente perché svolgeva le sue funzioni. Una coproduzione Rai Documentari e B&B Film per la regia di Raffaele Brunetti che lo ha scritto insieme ad Antonio Mattone ed Enrico Nocera, tratto dal libro “La Vendetta del Boss” di Antonio Mattone, con il contributo di Regione Campania e Mic – Ministero della Cultura – Direzione generale cinema e audiovisivo e il sostegno di Fondazione Film Commission Regione Campania. Realizzato con sensazionali materiali di repertorio e interviste inedite, il documentario ripercorre con il ritmo incalzante del noir la vicenda del vicedirettore del più noto penitenziario di Napoli, Poggioreale, che il 14 aprile 1981 venne crivellato di colpi di pistola sulla tangenziale di Napoli, per ordine del boss della camorra, Raffaele Cutolo.

 

Nella sua inarrestabile ascesa al potere dall’interno del carcere, Raffaele Cutolo detto ’o professore incontrò un ostacolo in Giuseppe Salvia che, svolgendo il suo lavoro nel rispetto delle regole, non gli riconosceva i privilegi a cui era abituato. In quegli anni nel carcere di Poggioreale, purtroppo non erano le istituzioni a governare, ma Cutolo. E fu per questo che il 6 novembre 1980, dopo aver avuto l’ardire di insistere per una perquisizione di routine davanti a detenuti e agenti, Salvia venne schiaffeggiato dal boss della camorra che ebbe modo così di accrescere ulteriormente il proprio potere all’interno del carcere. Il trasferimento per motivi di sicurezza chiesto dal vicedirettore non fu concesso. Solo 5 mesi dopo, mentre era alla guida senza nessuna scorta, Salvia venne ucciso. Aveva 38 anni.

 

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