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PerFormare un giardino_spazi e corpi verso una salute mentale di comunità

PerFormare un giardino_spazi e corpi verso una salute mentale di comunità

22 giugno 2022 ore 11,30 Sala degli Angeli dell’Università Suor Orsola Benincasa – Napoli
Un incontro di lavoro per ripercorrere e rendere pubblico quanto tracciato dalla ricerca-intervento finalizzata alla prototipazione di un servizio ad alta integrazione socio-sanitaria che introduce la metodologia embodied come modalità di intervento nel settore sanitario che intreccia quello educativo sociale culturale artistico, insieme. Lavoro realizzato fin qui, a partire dal Protocollo d’intesa tra UNISOB e ASL Napoli 1 Centro e il relativo Piano di Azione SmArtLab, e dalla collaborazione con importanti Istituzioni culturali della città.
Un incontro per estendere il partenariato e ridisegnare la mappa del territorio cittadino secondo le linee guida del PNRR e una visione integrata delle politiche della salute e del welfare attraversate dalla ricerca pedagogica e da un approccio estetico alla vita della comunità.
Il 22 giugno a Napoli alle ore 11,30 in Sala degli Angeli, l’Università Suor Orsola Benincasa con il suo gruppo di ricerca ‘embodied education’ e l’ASL Napoli con il Dipartimento di Salute Mentale e la Neuropsichiatria Infantile del NONPI 24, raccontano in sintesi il primo anno e mezzo di lavoro tra Ricerca pedagogica, Salute Mentale e Arte, avviato per innovare le metodologie di intervento per bambini con disturbo dello spettro autistico, adolescenti con problematiche relazionali ed esistenziali, e prototipare un servizio ad alta integrazione socio-sanitaria che risponda all’idea di una salute mentale di comunità. Dopo la pandemia appare sempre più evidente il multiforme manifestarsi del disagio psichico e l’aumento di una diffusa domanda di salute mentale. L’integrazione di metodologie socio-sanitarie diventa una necessità e l’opportunità per lavorare fuori dalla logica dell’emergenza ed oltre i tradizionali e stigmatizzanti luoghi di cura, strutturando la città in maniera capillare di spazi organizzati per attività e servizi a carattere socio-educativo e

performativo, fuori dalla logica settoriale, a integrare spazi, risorse, competenze per la vita dell’intera comunità. Il lavoro di ASL e Unisob guarda lontano ed è già un esempio concreto di collaborazione tra Istituzioni che operano in ‘campi’ differenti. La salute e la salute mentale diventano così un focus trasversale che coinvolge e attiva le potenziali risorse disponibili ad operare in un’ottica di coesione sociale.
La sperimentazione di ASL e Unisob ha coinvolto l’equìpe multidisciplinare del Nucleo Operativo di Neuropsichiatria Infantile 24 formata grazie ad un percorso di training e di formazione in situazione realizzato grazie alla ricerca del gruppo ‘embodied education’ e degli artisti, performer, studiosi e ricercatori-volontari che vi partecipano. L’esperienza, rivolta a bambini con disturbo del neurosviluppo ed alle loro famiglie e ad adolescenti con disagio socio-emozionale ha consentito la sperimentazione di un approccio proattivo ed integrato del prendersi cura dell’altro attraverso un adattamento degli spazi e dei linguaggi. Il lavoro corporeo nel e con il gruppo, l’immersione nella bellezza degli spazi artistici hanno facilitato la possibilità di condivisione attraverso lo sguardo, il gesto ed il contatto corporeo e quindi l’emergere di abilità socio-comunicative nei bambini e di una maggiore consapevolezza del proprio corpo, con le sue potenzialità espressive e la sua bellezza nelle adolescenti. Le famiglie che hanno partecipato sono state felici di poter accedere ad uno spazio altro che è diventato facilitatore dell’incontro con gli operatori e con i loro bambini ed ha consentito la conoscenza di altre famiglie con cui confrontarsi e condividere momenti di leggerezza e di consapevolezza. I risultati fin qui raggiunti, quindi con gli utenti della neuropsichiatria infantile e i loro familiari fanno parlare di un approccio socio-sanitario efficace e sostenibile alla salute mentale, che unisce in chiave pedagogica le neuroscienze alle arti performative. Un lavoro che risponde a quello che oggi viene indicato dalle linee guida del PNRR e che propone di ripensare la città come ‘giardino’: spazio vivo dove tutto cresce e si trasforma, grazie a quotidiani e concreti gesti di cura. Gli spazi sono parte importante del lavoro e della proposta in via di sperimentazione, pertanto le attività realizzate, che rispondono al Piano di Azione ‘SmArtLab’ sottoscritto da Unisob e ASL, hanno visto la collaborazione di Accademia di Belle Arti, Museo Archeologico Nazionale, Fondazione Morra e Fondazione Morra Greco e il progetto L’Arsenale di Napoli con le loro architetture insieme ai loro saperi e il loro patrimonio di opere, installazioni e artisti. E sugli spazi tutta l’equipe e il gruppo interistituzionale ha lavorato individuando come obiettivo concreto la rigenerazione di uno spazio verde di cui è dotato il Distretto 24 al Corso Vittorio Emanuele. Gli studenti della Cattedra di Fotografia e quella di Scenografia dell’Accademia di Belle Arti di Napoli guidati dai loro prof. Aniello Barone e Luigi Ferrigno hanno condiviso una fase di training e di formazione dell’equìpe per contribuire alla

rigenerazione di quello spazio verde perché possa diventare ‘giardino’ e spazio per la ricerca e l’arte contemporanea dove coltivare socialità e bisogno di relazioni di tutta la comunità territoriale.
L’incontro del 22 giugno è occasione per rendere pubblica anche la ricca documentazione fotografica che ha visto all’opera professionisti come Riccardo Sepe Visconti per conto della ASL, Nicola Gabriele per ‘embodied education’ e il gruppo di studenti dell’Accademia. Ed è a partire da questa condivisione che il gruppo inter-istituzionale apre al partenariato con Comune e Regione perché si possa guardare a SmArtLab come ad un primo passo verso l’integrazione tra Salute, Educazione, Arte, in chiave territoriale e di Ricerca e innovazione. Allo studio anche un sistema di monitoraggio e valutazione con adeguati strumenti coerenti con le metodologie qualitative introdotte nel servizio e con le attività da rendere strutturali anche grazie a risorse umane adeguate, così da poter orientare la transizione al digitale come supporto al processo di innovazione innescato in ambito sanitario ma con un impatto più esteso alla dimensione sociale e territoriale che investe tutte le Istituzioni.

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