Carmina Burana e il violino di Renaud Capuçon al Teatro San Carlo
In programma sabato 5 giugno alle ore 19.00 al Teatro di San Carlo i Carmina Burana di Carl Orff, composizione tra le più conosciute e al mondo.
L’esecuzione, nella versione per soli, coro due pianoforti e percussioni predisposta dallo stesso autore, vedrà protagonista il Coro del Teatro di San Carlo diretto da José Luis Basso.
I solisti, tutti del Coro del Lirico Di Napoli sono: Desirée Migliaccio (soprano), Federico Fiorio (Controtenore) e Francesco Esposito (Baritono).
I Carmina Burana furono composti da Orff, tra il 1935 e il 1936, come una cantata scenica parte di un trittico di opere intitolato “I Trionfi”. L’idea era nata dall’edizione di un’antologia di componimenti poetici dell’alto medievo, scoperti nel 1803 dal filologo tedesco Johann Andreas Schmeller nel Monastero di Benediktbeuren in Alta Baviera e da allora conservati nella Biblioteca di Monaco. I testi, in latino, tedesco e provenzale, riprendono canti medievali goliardici, intonati dai clerici vagantes. Orff ne fu affascinato ma prese in considerazione solo i testi e poche melodie autentiche risuonano all’interno della sua partitura, interamente originale. Articolati in cinque parti, sono aperti e conclusi da un prologo che inneggia alla Fortuna, vera forza governatrice del mondo. Si tratta di una delle pagine corali più potenti e comunicative, tanto da essere frequentemente impiegate come sonorizzazione di film e serie televisive.
Si tratta della prima produzione che vede protagonista il Coro del San Carlo dopo la recente nomina del nuovo Direttore José Luis Basso.
Domenica 6 giugno alle ore 18.00 uno dei grandi virtuosi del violino del nostro tempo, Renaud Capuçon (nella foto), con al pianoforte Guillaume Bellom eseguirà la Sonata in la maggiore n. 1 per violino e pianoforte, Op. 13 di Gabriel Fauré, la Sonata n. 1 in re minore per violino e pianoforte, Op. 75 di Camille Saint-Saëns e la Sonata in la maggiore per violino e pianoforte di César Franck.
Scritta tra il 1875 e il 1876 la Sonata in la maggiore n.1 op. 13 di Gabrie Fauré è uno dei capolavori giovanili del compositore e come tale riscosse subito un vasto successo. Ultimata all’inizio del 1876 quando Fauré aveva 31 anni, è divisa nei classici quattro movimenti e fu eseguita a Parigi l’anno successivo, alla Société Nationale. Il lavoro impressionò positivamente anche il suo insegnante e amico Camille Saint-Saëns, che condivideva con Fauré la frequentazione dei salotti parigini dove era di moda la discussione sulla “musica moderna”.
La Sonata n. 1 in re minore per violino e pianoforte, Op. 75 di Camille Saint-Saëns fu composta nel 1885. Dedicatario e primo interprete fu il violinista belga Martin-Pierre Marsick. Nella sua composizione Saint-Saëns mantiene in perfetto equilibrio i due strumenti e le diverse atmosfere presenti nella sonata, dalla vitalità più estroversa alla calma meditativa, e rappresenta perfettamente il ruolo assunto da Saint-Saëns nella storia della musica francese di quegli anni come elemento equilibratore tra forma e virtuosismo.
La Sonata in la maggiore per violino e pianoforte di César Franck rappresenta uno dei massimi risultati conseguiti nel periodo della sua piena maturità dall’ autore belga, nel frattempo divenuto cittadino francese e rispettato insegnante al Conservatorio di Parigi. Fu composta nel 1886, anno in cui Franck venne eletto presidente della Société Nationale de Musique, che si proponeva di promuovere la musica strumentale francese in contrapposizione a quella tedesca. Fu dedicata al suo connazionale Eugène Ysaÿe, uno dei più grandi virtuosi del tempo, che contribuì in qualche modo alla stesura del pezzo, interpretando il primo movimento a una velocità più mossa di quella pensata dal compositore che cambiò la dicitura inziale Moderato in Allegretto ben moderato. Questa sonata, considerata un caposaldo del genere, chiude idealmente un secolo di graduale affermazione della musica da camera francese in Europa, che porterà alla generazione sperimentale di Debussy e Ravel.