Vegezio, dal panificio nella Napoli liberata al delivery food nell’era Covid
Vegezio, dal panificio nella Napoli liberata al delivery food nell’era Covid
Oggi i furgoncini sfrecciano nella città semideserta con un carico di parmigiane, fritture di pesce, millefoglie con l’obiettivo di consegnare il cibo caldo e fragrante di forno a chi rispetta il lockdown ma non rinuncia agli sfizi. Si chiama delivery food, ed è l’arma segreta nell’era della guerra al Covid.
Cento anni fa, a Posillipo, la sfida della Vegezio era la stessa, ma il pane, le pizze, i tortani bollenti correvano sui tram, sui carretti, passavano di mano in mano per raggiungere i vari punti della città, fino ai più deboli, ai più poveri. Allora, per la storica azienda di ristorazione napoletana, la guerra si combatteva prima contro la miseria, poi contro il fascismo, quindi contro la crisi economica successiva alla seconda guerra mondiale nella Napoli “liberata” ma distrutta.
Con la seconda “ondata” e la mancata riapertura delle scuole, poi, la Vegezio ha deciso di rimettersi in gioco, provano a lanciarsi nel campo del delivery food, ma introducendo alcune novità importanti, rispetto alla concorrenza. Niente ausilio di Appinternazionali, né di corrieri spericolati a bordo di moto, niente ordinazioni “last second” per non penalizzare la qualità del cibo cucinato né tantomeno ricette gourmet che non fossero in linea con la tradizione, comunque raffinata, degli chef di Vegezio.
In più, la società di via Cintia ha puntato sulla linea diretta di Wapp (0817600621) per le ordinazioni, sui pagamento no-Covidcon link spediti sul cell (oltre che PayPal e contanti) e su pacchetti di cibo targato Napoli ma in molti casi rielaborati in una chiave particolare. Un esempio? La parmigiana in crosta di pane, la salsiccia ubriaca, il filetto al San Daniele: primi, secondi, contorni consegnati a casa dai furgoncini di Vegezio in assoluta sicurezza e gratuitamente.