Etruschi al MANN, una civiltà nazione
“Gli Etruschi e il MANN”, in programma al Museo Archeologico Nazionale di Napoli sino al 31 maggio 2020.
L’esposizione, che raccoglie circa 600 reperti (di cui 200 visibili per la prima volta), è curata da Paolo Giulierini (Direttore del MANN) e Valentino Nizzo (Direttore Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia); il coordinamento scientifico è di Emanuela Santaniello (funzionario archeologo del MANN) e l’organizzazione è di Electa.
“Gli Etruschi sono abitualmente associati ad altri territori, come la Toscana, il Lazio e l’Emilia Romagna. Solo dalla seconda metà dell’Ottocento, più o meno con l’Unità d’Italia, è stata accettata ufficialmente l’idea di una loro presenza in Campania. Ma nessuno aveva mai dedicato a questo tema una mostra di simili dimensioni”, ha detto Paolo Giulierini, “Attraverso reperti provenienti dai depositi del Museo, insieme a prestiti di altre istituzioni e collezioni, ricostruiremo una storia di frontiera, nella quale gli Etruschi possono essere considerati quasi come dei cowboy. Partendo probabilmente dall’Umbria, raggiunsero le pianure campane e le dominarono per diversi secoli, intrecciando legami culturali, commerciali e artistici molto stretti con gli altri abitanti di quei luoghi, gli altri popoli italici e i Greci”.
“Scavare negli sterminati depositi del MANN è sempre un privilegio unico”, ha spiegato Valentino Nizzo, “Farlo per andare a caccia di Etruschi lo ha reso ancora più avvincente. Da un lato perché si è così potuto delineare un rigoroso percorso storico-archeologico volto a ricostituire la trama di relazioni che caratterizzò la plurisecolare presenza degli Etruschi in Campania. Dall’altro perché l’approfondimento delle vicende antiquarie e collezionistiche legate alla riscoperta dell’importanza del loro dominio nella regione ha offerto una prospettiva per molti versi inedita sull’evoluzione della disciplina archeologica”.