Le mascherine alta moda del couturier partenopeo Luigi Bruno
L’estro dello stilista Luigi Bruno è inarrestabile: il noto couturier partenopeo in questi mesi, oltre a continuare a ideare e produrre abiti da sposa e di alta moda, ha disegnato e messo in produzione una linea di mascherine (alcune abbinate ai suoi vestiti) che sono pensate per un ballo in maschera ma che sono a tutti gli effetti delle mascherine di comunità, ovvero “mascherine lavabili in materiali multistrato idonei a fornire un’adeguata barriera e, al contempo, che garantiscano comfort e respirabilità, forma e aderenza adeguate che permettano di coprire dal mento al di sopra del naso” (prodotte ai sensi dell’art. 16, comma 2, del D.L. 18/2020, sotto la responsabilità del produttore che ne garantisce la sicurezza). I materiali utilizzati per la loro creazione non sono noti per causare irritazione o qualsiasi altro effetto nocivo per la salute e non sono altamente infiammabili.
Luigi, estroverso e geniale, ha vestito numerose donne dello spettacolo: Maria Giovanna Elmi, Alessandra Canale (per la quale ha disegnato l’abito nuziale), Matilde Brandi, Annalisa Minetti, Brigitta Boccoli, Nadia Bengala, Demetra Hampton, Eleonora Cecere, Naike Rivelli, Donatella Rettore, le compiante Marta Marzotto e Monica Scattini; e poi numerose principesse, contesse, marchese, direttrici di giornali, giornaliste, inviate televisive, etc. Ha partecipato a diversi programmi Rai e si è divertito accanto a Pupo su Sky in un campo non suo (la cucina). La sua collezione dedicata alle dive del cinema ha varcato l’oceano, è una delle più ricercate dai collezionisti. L’abito “Italia” fu esposto al Metropolitan Museum of Art (MET) di New York nel 2011, anno delle celebrazioni per i 150 anni del nostro amato Paese.
Gli abiti griffati “Luigi Bruno Haute Couture” vestono le donne residenti in diversi paesi del mondo: Italia, Inghilterra, Argentina, Scozia, Germania, Corea, Emirati Arabi, Norvegia, Finlandia. Perciò anche le sue mascherine in versione deluxe sono già sul volto di migliaia di persone che vogliono tutelarsi e tutelare dal contagio, ma con stile. Non si tratta di semplici mascherine usa e getta, ma di dispositivi che rispondono a pieno alle linee guida dettate dalle istituzioni e realizzate con tessuti lavabili. Parte del ricavato della loro vendita sarà devoluto in beneficenza all’associazione “I Diritti Civili nel 2000, Salvamamme Salvabebè” per supportare il progetto “La valigia di Salvataggio”.
“Invito le donne a proteggersi ‘con il cuore’ – dichiara lo stilista -. Indossando le mascherine che ho realizzato potranno tutelare loro stesse e contribuire ad una giusta causa“.
“La Valigia di Salvataggio”, è il progetto dell’Associazione Salvamamme rivolto a donne in fuga da situazioni di violenza. Donne che subiscono violenza da parte dei mariti, compagni o ex partner, che hanno lasciato la casa in cui vengono maltrattate. Ad ognuna viene donata una valigia per ricominciare piena di beni di prima necessità, informazioni salvavita e molto altro: l’essenziale per chi, con coraggio, ha deciso di contrastare la violenza, in fuga, magari senza nulla, ma mai sola. La valigia, e tutto ciò che essa contiene, vuole attutire il senso di rinuncia e di perdita sostituendolo con l’idea di un nuovo inizio, attraverso i beni consegnati e attraverso l’insieme di azioni a sostegno della persona, così da rendere centrale e concreto il messaggio della ripartenza. L’associazone Salvamamme opera da oltre quindici anni intervenendo nei momenti cruciali dell’abbandono e della solitudine delle mamme e delle famiglie in condizioni di grave disagio socio-economico.