Partiture illeggibili è un progetto a cura di Angela Madesani che si compone di due mostre: la prima mette in dialogo Greta Schödl, Leila Mirzakhani e Nina Carini presso Labs Gallery, in Via Santo Stefano 38 a Bologna fino al 22 Febbraio 2020; la seconda vede coinvolte Marcia Hafif, Max Cole ed Elena Modorati presso Artefiera Bologna dal 24 al 26 Gennaio 2020.
Le due mostre presentano un dialogo sul segno attraverso i lavori di tre artiste storiche e tre contemporanee. Si tratta di artiste con percorsi assai diversi, riunite dalla curatrice in occasione della mostra sia da un punto di vista della tematica affrontata, che da quello della procedura dell’operare, intesa come esercizio quotidiano che coinvolge mente e corpo.
Nei lavori di Marcia Hafif (Pomona, 1929; New York, 2018) i segni leggeri creano partiture, in cui tempo e spazio si confrontano, senza produrre significati di sorta. Nelle opere su carta di Max Cole (Pittsburgh, 1937) il segno, ripetuto come in un mantra visivo, è protagonista assoluto. Per Greta Schödl (Hollabrunn, 1929) la meditazione è un aspetto portante del lavoro. Sono opere diacroniche che uniscono più momenti, in cui la datazione perde talvolta il suo senso. Elena Modorati (Milano, 1969) descrive la scrittura come il segno che istituisce il senso in un’accezione che rimanda agli archetipi, a una sorta di momento primario, in cui è il segno che graffia la terra e stabilisce delle coordinate rispetto alle quali è possibile orientarsi. La matita di Leila Mirzakhani (Teheran, 1978) realizza un segno primitivo, archetipico, che riporta la mente al segno dell’uomo prima dell’avvento della storia.
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