Il Trianon Viviani diventa Fondazione
Il Trianon Viviani diventa Fondazione.
Il teatro pubblico è ormai pronto per trasformare il proprio status e diventare fondazione
Dopo l’insediamento, il nuovo cda affronterà la questione della direzione artistica.
Il teatro è di proprietà e gestione di un ente a intera partecipazione pubblica, soggetto alla direzione e il coordinamento della Regione Campania, socio di maggioranza con l’80,40% della quote. L’altro socio è la Città metropolitana di Napoli, con una partecipazione del 19,60%.
La trasformazione della personalità giuridica – attualmente il teatro pubblico di Forcella è retto da una spa – è attesa nei prossimi giorni, con la firma del decreto della Regione Campania che concluderà l’iter procedurale e fa sèguito alla scadenza del cda della società e del direttore artistico Nino D’Angelo.
Acquisito il riconoscimento della nuova personalità giuridica dell’ente, il presidente Giovanni Pinto, riconfermato alla guida amministrativa del teatro, procederà quindi all’insediamento del nuovo cda. Nell’organo amministrativo della costituenda fondazione, con Pinto, designato dalla Regione, sono stati nominati l’operatrice teatrale Igina Di Napoli, sempre su indicazione del socio di maggioranza, e l’economista Antonio Roberto Lucidi, in rappresentanza della Città metropolitana.
Successivamente il cda affronterà la questione della direzione artistica, sentiti i soci fondatori, per pianificare la programmazione futura, dopo quella già predisposta per la prossima stagione 2019/2020 che sarà inaugurata giovedì 31 ottobre.
Commenta Pinto: «Con i numeri del bilancio 2018 approvato dai soci – il valore della produzione di 1.629.000 euro e un utile di 149.916 euro – e la trasformazione del Trianon Viviani in fondazione, archiviamo finalmente la complessa fase caratterizzata dalla difficile situazione economica-finanziaria di partenza quando si insediò il consiglio di amministrazione tre anni fa: il teatro aveva visto il fermo produttivo nei due anni e mezzo precedenti e si era anche trovato messo all’asta per quattro volte».